Figure di apocalisse by Biagio de Giovanni;

Figure di apocalisse by Biagio de Giovanni;

autore:Biagio, de Giovanni; [de Giovanni, Biagio]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Storia, Intersezioni
ISBN: 9788815371515
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2022-08-14T22:00:00+00:00


Heidegger su Nietzsche

Il rapporto di Heidegger con Nietzsche è di «fratellanza». Il suo libro sul filosofo che scelse di diventare folle non è un libro «su», è un dialogo affabulante, senza un percorso lineare, tutto fatto di curve e corsivi, quasi, per Heidegger, un colloquio con sé stesso carico di implicazioni. Heidegger non ha mai fatto lo storico della filosofia, si pensi al suo Kant e il problema della metafisica. Il suo dialogo con gli altri è sempre come sopraffatto dal suo stare dentro la tensione drammatica con cui ha pensato e vissuto il rapporto tra Essere ed Ente, ancora una volta Molteplice-uno attraversato da un pensiero nuovo, passato per le traversie della storia d’Europa, alla quale il filosofo partecipò portandovi il peso della sua visione tragica della condizione umana e della tensione ontologica che la distingue. Le cose e le idee si mescolano, ma non bisogna naturalmente far confusione, anche se è la stessa «potenza del negativo» che spinge alla relazione intensa, contrastata, che Hegel chiamerà con espressione decisiva, fulminante, «unione della unione e della non-unione», dove è raccolto, si è detto, il senso dominante della civiltà europea pensata al suo apice. Ma quante letture di quel «Non»!

Quando Heidegger incontra Nietzsche non c’è una tesi che possa esser riassunta efficacemente, è una lettura che Heidegger fa di sé stesso, misurandola con gli esiti del pensiero nietzschiano. Un intreccio di temi, una rappresentazione geniale nella quale è difficile isolare il problema che sto cercando di mettere a fuoco. E dobbiamo dedicarvi attenzione, giacché l’intreccio Nietzsche-Heidegger ha un rilievo eccezionale nella elaborazione del nostro tema. È in gioco tutto, la metafisica, l’Occidente, l’Europa nell’incastro tra i due pensatori. La potenza del negativo, per come l’abbiamo intesa, mi pare che riduca il suo protagonismo o che almeno venga spostato di campo. Essa si traduce, nel Nietzsche di Heidegger, in assoluta e inesauribile volontà di potenza, di un divenire senza più fini. Nietzsche è il potenziamento estremo della volontà di potenza, in cui il rapporto tra Uno e Molteplice è furiosamente negato. Heidegger vede così il problema in Nietzsche:

«Ciò che costantemente diviene deve essere lasciato a sé stesso e non già dedotto, in quanto molteplice, dall’ Uno, non importa se questo Uno viene immaginato come creatore o artefice, come spirito o come un elemento primo».

E poi: «Nella molteplicità dell’accadere manca l’unità che permei tutto». Quindi, il ritornello dell’Occidente, nato con Platone, si spegne; l’Europa si riassume nell’ebbrezza surriscaldata della volontà, che è volontà di dominio egemonico, forse anche una estremizzazione della storia d’Europa, che però cade su sé stessa per la fine dei fini, per il loro tramonto. Più che mai in questo incontro-scontro l’Europa è la sua filosofia, e Nietzsche appare come l’estremizzazione volontaristica di questa geo-filosofia senza confini. La sua critica radicale al platonismo delle Idee è molto apprezzata da Heidegger, che vede Nietzsche come chi conquista l’autonomia del sensibile dal sovrasensibile, ma resta, secondo il filosofo, impigliato nei confini della metafisica e ne costituisce il punto estremo. Sui suoi confini,



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